22 aprile 2017 – Giornata Mondiale della Terra

4 Maggio 2017 • Rifiuti, Sostenibilità 1190 • di

Ehi, ciao a tutti! Come va? Mi presento, mi chiamo Gina e sono una bottiglia di plastica Pet, un tempo contenevo acqua.
La plastica Pet è un materiale che è stato inventato in Gran Bretagna nel 1973 e che deriva da una serie di componenti estratti dal petrolio. Ma non preoccupatevi! Se smaltita nel modo corretto, non sono inquinante: alla temperatura di 300° C riesco a fondere e posso essere riutilizzata per produrre altri oggetti utili, ma se mi abbandonate in natura, allora sì che divento “pericolosa” perché, col passare degli anni, posso provocare danni irreversibili all’ambiente. Pensate, nell’Oceano Pacifico, tra le coste giapponesi e quelle degli Stati Uniti, si è formata un’isola di plastica, isola dove non vorrei mai finire.
Vi chiedo, quindi, col cuore, di non gettarmi in mare perché, oltre ad avere paura degli squali, ho anche il timore di ritrovarmi fra palloni da calcio usurati, che, come mi ha riferito la mia amica bottiglia Pina, sono prepotenti e, mossi dalle onde, colpiscono da tutte le parti, provocando dei grandissimi lividi a chi si trova loro vicino.
Pina mi ha inoltre riferito che quest’isola è formata di una gran quantità di sacchetti di plastica, mattoncini lego, scarpe e borse, abbandonati da persone maleducate e poco previdenti, che causano la morte di pesci e uccelli: terribile!
È proprio per questo che io sono solita affermare che ogni singolo gesto corretto può contribuire ad evitare che il problema rifiuti ingigantisca e distrugga  la Terra e il futuro di coloro che la abiteranno.
Imparate perciò a smaltirci correttamente.
Ritornando a noi, oggi per me è un giorno particolarmente speciale: fra qualche minuto un camion mi verrà a prendere e mi porterà al centro di raccolta.
Vi starete chiedendo: ma cosa c’è di bello nell’essere gettati nei rifiuti e successivamente  riciclati?
Beh, riuscire a dar una mano, per rendere questo mondo più vivibile, mi fa sentire bene e con la coscienza a posto.
Chissà se mi trasformeranno in una coperta di pile, in una panchina del parco o in un maglione. Qualunque sia il mio futuro, renderà migliore anche il vostro. E ricordatevi: «La Nazione che distrugge il proprio suolo distrugge se stessa (Franklin Delano Roosevelt)».

Irene Sutti III C

Questo articolo è stato pubblicato dalla edizione reggiana de Il Resto del Carlino in occasione del campionato di giornalismo “Cronisti in classe”.

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