Alberi monumentali, giganti da proteggere e da ammirare

17 Marzo 2015 • Sostenibilità 1051 • di

Quando si parla di alberi giganti e antichi il nostro pensiero va subito alle sequoie della California, che annoverano alcuni tra gli organismi viventi più grandi, longevi e alti sul nostro pianeta. Pur non raggiungendo tali vette in altezza e in longevità anche tanti alberi “italiani” si distinguono per caratteristiche non comuni, e non pochi si trovano anche in Emilia-Romagna. Ora, grazie al censimento previsto dalla legge n. 10 del 14 gennaio 2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” sarà possibile avere un quadro completo degli alberi monumentali anche a livello nazionale ed anche, sebbene sia già molto dettagliata, anche della situazione regionale. La legge nazionale prevede infatti l’istituzione dell’elenco degli alberi monumentali d’Italia. La legge n. 10 ha istituito, tra le altre cose, la Giornata Nazionale degli alberi che si tiene ogni anno il 21 novembre. In questo modo si è istituzionalizzata un’occasione privilegiata per porre l’attenzione sull’importanza degli alberi per la vita dell’uomo e per l’ambiente. Da sempre, infatti, gli alberi ci raccontano la storia, combattono, grazie alle loro radici, i fenomeni di dissesto idrogeologico, mitigano il clima, rendono più vivibili gli insediamenti urbani, proteggono il suolo e migliorano la qualità dell’aria. Gli esemplari ad oggi sotto tutela nella nostra regione sono dunque 532, un terzo dei quali è rappresentato da filari, gruppi o boschetti.

La scelta della Regione è stata a suo tempo quella di escludere dalla tutela gli esemplari posti in parchi e giardini pubblici, perché ritenuti più protetti, e anche quella di privilegiare le specie tipiche della nostra flora.

Le specie maggiormente rappresentate sono quindi le querce (roverelle, farnie, lecci e cerri), seguite dai faggi, platani, olmi, aceri, gelsi, frassini, castagni, cipressi, pioppi, tigli. Sono comunque tutelati anche alcuni cedri, pur non essendo tipici delle nostre latitudini.

Ci sono poi alcuni alberi divenuti così famosi, almeno a livello locale, da avere ormai un nome proprio.

Particolarmente significativo l’olmo di Campagnola Emilia, (conosciuto come Olma, la cui circonferenza è di 6 metri), rimasto indenne dalla grafiosi che ha decimato quasi tutti gli olmi della nostra regione negli anni Cinquanta. Purtroppo, improvvisamente nella primavera del 2013, Olma non ha dato segni di ripresa vegetativa. La Regione ha deciso comunque di lasciare il vincolo ad un albero molto conosciuto anche a livello nazionale  e molto amato a livello locale, a testimonianza di un esemplare speciale e per il valore dell’albero dal punto di vista ecologico (un albero morto diviene rifugio e nutrimento per molti altri esseri viventi).

 

fonte: E-R Ambiente

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