Riciclo vuol dire lavoro

12 Novembre 2014 • Notizie, Rifiuti, Sostenibilità 977 • di

Riciclo vuole dire lavoro. Il dato è contenuto nello studio sull’occupazione nel settore del riciclo dei rifiuti urbani illustrato a Ecomondo da CONAI durante gli Stati Generali della Green Economy.
Quello che sino a qualche anno fa era considerato un settore marginale, anche per la scelta di propri percorsi formativi in previsione di una successiva occupazione, sta diventando uno dei punti di forza dell’economia del futuro
Lo studio realizzato da CONAI, in collaborazione con Althesys, ha valutato le possibili ricadute occupazionali ed economiche per il nostro Paese con il raggiungimento degli obiettivi europei al 2020, che fissano al 50% il riciclo dei rifiuti urbani.
Punto di partenza una gestione dei rifiuti urbani che vede oggi circa un terzo dei rifiuti urbani avviato a riciclo ed un ricorso alla discarica di poco superiore al 40% ( con un Nord al 22% dei rifiuti ed un Sud al 60%).
Due i possibili scenari al 2020. Uno “ottimista” che prevede il raggiungimento del 50% del riciclo dei rifiuti urbani nelle tre macro aree Nord, Centro e Sud ed il conseguente sostanziale superamento del ricorso alla discarica ed uno più “prudente” che prevede  il raggiungimento di un tasso medio nazionale al 50%, con punte minime al 40% e punte massime al 61%, ed una conseguente riduzione dell’uso della discarica.
Già nello scenario “prudente”  la filiera del riciclo ( cioè raccolta differenziata, trasporto, selezione e riciclo al netto dell’occupazione persa in altri settori, come per esempio le discariche) vedrebbe un incremento di occupati di circa 89.000 persone.
Insieme ai nuovi posti di lavoro lo studio ipotizza una significativa ricaduta economica già nello scenario “prudente”: un volume d’affari di oltre 6 miliardi di euro e investimenti in infrastrutture per 1,7 miliardi.

(fonte: e-gazette.it )

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